lunedì 31 marzo 2008

GIORNO 47: buona fine ma - soprattutto - buon PRINCIPIO!


ore 17:59 postazione:ANSA

Sarà la pesantezza della troppo cioccolata inghiottita,
fatto sta che, una settimana dopo la Pasqua,
qui le giornate continuano ad essere tremendamente monotone.

Il mio pensiero, oggi, è tutto verso il lutto di ieri che ha avuto come cornice un autogrill piemontese, come protagonisti due tifoserie che a suon di insulti - secondo alcuni -, o di cinghiate - secondo altre - hanno dato inizio, alle 12.30, agli sfottò per la partita Juventus - Parma.
Vittima, neanche a dirlo, l'ennesimo giovane: MATTEO BAGNARESI, 28 anni non ancora compiuti.

Ho impiegato tutta la gionata a leggere le dinamiche dell'incidente, le accuse rivolte, le dichiarazioni di politici - forze dell'ordine - sportivi o semplici cittadini.
Non voglio aggiungere nulla, solo una constatazione: Perchè continuare ad alimentare la macchina del calcio, quando invece dello sport semina morte?
Non trovo una risposta.

Per Maura oggi è l'ultimo giorno qui all'ANSA.
Domani non sarà più una stagista,
tornerà a riappropriarsi di quella quotidianità che, tre mesi di turni di 8 ore, gli hanno inevitabilmente sottratto.
Dice che ancora non ha trovato la sua strada,
ma che questa esperienza le ha fatto capire che non è il giornalismo ciò che sogna per il suo futuro.

Io invece credo che le idee chiare già le abbia
e che, tempo due giorni, già sarà in pole-position,
pronta a partire alla conquista di quel traguardo che, forse, ha il lontano profumo del TOUR OPERATOR.
In bocca al lupo amica mia,
e grazie per aver condiviso quest'esperienza con me
sei stata una compagna di viaggio invidiabile :-)




frase del giorno: MA LE TRE PALME DOVE SONO FINITE?

venerdì 28 marzo 2008

GIORNO 46: meno un mese


ore 18:42 postazione: ANSA

Che tristezza ragazzi!
Anche oggi il tempo è trascorso nella calma più assoluta.
Nulla da fare, nada :-(

Solo una cosa da segnalare:
siamo al 28 Marzo,
son quindi giunta a 2/3 del mio percorso.

Fra un mese esatto sarò fuori da qui,
nessun conto alla rovescia,
altrimenti mi deprimo,
solo un augurio:
Speriamo che la prossima settimana, almeno in Italia, succeda qualcosa di rilevante, oltra alla donna sarda trovata morta, e alla riapertura del caso Meredith.

Se continua così, infatti, sono spacciata...

Una nota positiva c'è:
è VENERDI',
e mi aspetta un weekend di vacanza, da trascorrere con un amico venuto appositamente da Genova!
Speriamo che il tempo non mi giochi qualche altro tiro mancino!

BUON WEEKEND
Hasta lunes mundo!

frase del giorno: www.robertosaviano.it

giovedì 27 marzo 2008

GIORNO 45: Apatia...


ore 19:04 postazione: ANSA

Nulla da annotare oggi,
tantomeno commentare.

Un aggiornamento alla lista degli evasori fiscali, che sto curando.
Una PSEUDOnotizia sul'intervento di due femministe californiane ad un convegno all'università di Roma Tre, che abbiamo cercato in tutti i modi di rendere proponibile, ma invano.
Venti righe su un'iniziativa del ministero delle Pari Opportunità per il web.

E questo è quanto.
Manca Maura, alle prese con problemini fisici di varia natura
ed ha iniziato a piovere mentre mangiavo la pizza davanti Fontana di Trevi.

Giornata interessante eh?
Non c'è che dire!
In compenso ho aggiornato la mia casella di posta, mandando e leggendo mail che avevo in arretrato.
Ed ho aggiunto 20 amici al MYSPACE che ho inaugurato 4 giorni fa,
l'idea era quella di uno spazio totalmente in inglese, ma mi scrivono solo - ed ESCLUSIVAMENTE - italiani, che ci posso fare?
:-(






frase del giorno: QUANDO UNA NOTIZIA NON C'E'...NUN C'E'!

mercoledì 26 marzo 2008

GIORNO 44: Invidio Quattrocchi!

ore 17:15 postazione: ANSA

Chiedo venia in anticipo,
ma questo intervento sarà breve.

So che era atteso un post-resoconto delle vacanze,
ma purtroppo, ahimé, questa mattina arrivare in redazione puntuale (ovvero solo con 15 minuti di ritardo, contro i normali 40) ha comportato una dimenticanza incolmabile: GLI OCCHIALI!

Ho lasciato gli occhiali a casa ragazzi,
e i miei poveri occhi mi stanno lentamente abbandonando.
E' da sette ore e mezzo, del resto, che sono davanti a un pc, che leggono e scrivono l'impossibile.

Comunque il resoconto è positivo,
al di là del tempo, che al mio paesello è costato caro: processione del Venerdì Santo saltata, festa del Santo Padrono saltata, e qualcosa mi dice che tra poco salterà pure il Comune, se non altro per gli enormi buchi generati dall'ideazione di queste due manifestazioni!

Al giornale anche tutto bene,
ieri mi ero concessa un ulteriore giorno di vacanza, ma poi ho fiutato uno scoop nelle mie zone e così la giornata di ieri è volata tra appostamenti, chiarimenti, interviste etc etc.
Oggi però è valsa la prima pagina, e l'esclusiva rispetto agli altri quotidiani.
Mi accontento!

Appena sono entrata qui, oggi, mi hanno fatto notare la mia prolungata assenza:
"Pensavamo che ancora ragionavi come i bambini delle scuole elementari, che hanno bisogno di prendersi anche il martedì dopo Pasqua come giorno di vacanza!"
Tutto si è risolto in un simpatico scherzo comunque.
Beh che dire? Quando ci sono è come se non mi vedo,
ma quando non ci sono perlomeno si rendono conto della mia mancanza, è già qualcosa!

frase del giorno: COME INVIDIO QUELL'OMINO BLU CHIAMATO QUATTROCCHI...

giovedì 20 marzo 2008

GIORNO 43: che Pasqua sarebbe senza Kinder Sorpresa?



ore 17:43 postazione:ANSA

Rieccomi ai posti di combattimento,
ed oggi ho scoccato il primo dardo del mio arco,
bersaglio centrato in pieno: Tommaso.

Ha quattro anni Tommaso,
un caschetto castano, lo sguardo vispo
e un cappottino blu con strisce bianche.
Tommaso è il figlio di Luciano,
Luciano è colui che, qui dentro, mi fa mettere le mani nei capelli quando mi affida notizie su avvocatura, polizia penitenziaria, cassazione,
comunicati in cui ci vuole più di un'ora solo per arrivare al termine dellla "prima" lettura.
E manca la rilettura, la comprensione, la scrittura, e la revisione, praticamente una giornata completa!
E' venuto in redazione oggi con i suoi gemellini,
Tommaso e Giacomo,
ma Tommaso è più intraprendente del fratello.
E' entrato nell'altra stanza e si è precipitato qui, da me, senza esitazioni.
Si è seduto sulle mie gambe e si è impossessato della tastiera.
Io stavo scrivendo una notizia sull'Aci,
lui l'ha "abellita" scrivendo: Tommaso, Giacomo, Luciano, mamma.

Ha quattro anni, ma già riesce a muoversi sulla tastiera,
sa già che la M sta in basso a destra, la T in alto centrale, la A è l'ultima sulla sinistra, affianco alla S.
E' in gamba Tommaso, e diventerà qualcuno da grande, lo so.
Ma il merito è soprattutto di papà,
sono sicura che tutte le sere, a casa,
Tommaso corre e gli piomba sulle gambe,
mentre lui sta scrivendo un articolo.
Insisterà per scrivere, e papà Luciano gli farà, a poco a poco, prendere confidenza con i tasti, parolina dopo parolina.

Che bello deve essere avere un padre giornalista,
anche io, se mai avrò un figlio,
voglio che suo padre faccia il giornalista di mestiere,
e sua madre anche, OVVIO!

Ed è arrivato il momento di rifare i bagagli,
il mio triduo pasquale sta per iniziare,
e quest'anno non si può che sorridere:
oggi è arrivato, tanto inaspettato quanto mai gradito, un KINDER SORPRESA MAXI
e porta la firma Ansa, o meglio "stagista ANSA",
e per questo vale ancora di più.

Il diario della stagista se ne va in vacanza dunque,
ma solo per pochi giorni,
il tempo di un Kinder Sorpresa Maxi1


frase del giorno: NOOO L'UOVO KINDER!

mercoledì 19 marzo 2008

GIORNO 42: Romina, Corona e Mentana!



ore 22:59 postazione: SOGNI

Sì ragazzi "Sogni"!
Perchè oggi è stato un gran giorno.
Arrivo in redazione (ieri ho fatto "sega" causa giornale fino al tardo pomeriggio) , il tempo di sedermi e arriva la caporedattrice che mi mette sul tavolo la prima pagina di Repubblica.
Un elenco sui "monelli" che disertano il fisco, devo stilare una lista con nomi, cognomi e mansioni, poi confrontarlo con le nostre notizie, e trovare i nomi nuovi.
Nulla di difficile, sto per mettermi all'opera, lei fa per andarsene, poi ci ripensa, torna indietro e mi dice: "Sai che c'è? Oggi pomeriggio te ne vai a vedere pure Matrix! Mentana intervista Corona, senti quello che si dicono, poi torni qui e fai l'articolo"
Io non ci posso credere.
Ma davvero dice a me?
E davvero mi sta dicendo di andare a vedere un'intervista di ENRICO MENTANA?
It's incredible!

E' la mia prima uscita ufficiale,
la prima volta che posso presentarmi da qualche parte e dire "Salve sono dell'agenzia Ansa!". E che "parte" poi, direttamente gli studi Mediaset!

Così mi metto all'opera, non c'è un minuto da perdere, il programma inizia alle 16, sono le 14 ed io devo stilare prima l'elenco degli esattori!
Completo la lista, gliela porto e lei apprezza il mio modo di formattare il testo :-).
Alle 15 mi avvio, tutta Roma sembra chinarsi ai miei piedi visto che, mai come oggi, tutti sono ben disposti e disponibili a indicarmi la strada, addirittura un taxista, al Colosseo, mi corre dietro, "perchè se vai laggiù c'è una scorciatoia, e arrivi subito davanti agli studi di canale 5!".
Seguo il consiglio e, ore 15:50, il portiere può annunciare all'ufficio stampa che è arrivata la "Giornalista dell'Ansa".
Cinque minuti dopo arriva Corona, con tanto di avvocato e fratello a seguito, per non parlare di quelle orrende babbusce poi... ma perchè la gente è così convinta?
E poi arriva Mentana, con la sua compostezza, fierezza, è tutto d'un pezzo, non c'è che dire.

L'addetta stampa e la sua collega (stagista come me), mi conducono in una saletta dove c'è una televisione, un ricco buffet e una camicia D&G.
"Questa l'ha lasciata Corona, è andato in trasmissione con una t-shirt con il suo logo!" - mi spiega lei.
E io confermo la mia impressione, vale a dire che alla pazzia non c'è mai fine...
Vediamo l'intervista da lì, in tutta tranquillità, e loro rimangono in silenzio tutto il tempo, e lo fanno per me, perchè non sono interessate all'argomento, ma vedono con quanta cura prendo appunti e cerco di non farmi scappare neanche una parola.
Alle 17.40 è tutto finito, mi accompagnano fuori e ci salutiamo affettuosamente.

Con l'adrenalina in corpo ritorno all'Ansa,
mi metto subito all'opera e, alle 20, mando il mio servizio.
E' un'anteprima nazionale, fino a prova contraria Matrix va in onda a mezzanotte, ed io sono l'unica ad aver già riassunto i temi dell'intervista.
E' un piccolo traguardo centrato, sono contenta.
Torno a casa alle 20.30 (in tempo per il tg2!) ma..."Caspita! C'è il derby stasera, non mi sono organizzata, non riuscirò a vederlo!"
E va beh, mi accontento della telecronaca, del resto oggi di cose in diretta ne ho viste, e mi bastano!





frase del giorno: STEFANO DELLA COMPAGNIA DELLA BELLEZZA E' UN GURU!

lunedì 17 marzo 2008

GIORNO 41: la settimana della passione è iniziata!

ore 17:12 postazione: ANSA

Che noia ragazzi,
che noiaaaaa!
Oggi non c'è nulla da fare qui,
ed io ho impiegato tre ore per inoltrare una domanda
per lavorare in un college negli USA quest'estate,
ed ora mi hanno risposto che non avevo letto i parametri,
e ricercano solo studenti universitari,
e io invece sono una neolaureata,
e quindi non vado bene
uffaaaaaa!

Senza contare che ieri,
nelle mie trasferte "calcistiche" del weekend
ci ho anche rimesso una gamba :-(

Triplice fischio dell'arbitro che sancisce la fine dell'incontro.
Scendo dagli spalti per andare a raccogliere qualche commento negli spogliatoi
e...crac.
Mi cede il ginocchio.
Resto in equilibrio (non so neanche come),
e cerco di proseguire facendo l' "indifferente",
ma neanche dieci passi e il dolore inizia a raggiungere livelli allucinanti,
la gamba mi si blocca completamente
non riesco più a camminare.
Sarebbe troppo semplice chiedere aiuto lì,
e usufruire del massaggiatore atletico...
No, non è da me.
Aspetto che la situazione si tranquillizza,
che gli spettatori abbandonano il campo,
e i giocatori raggiungano gli spogliatoi,
poi - a fatica - riesco ad arrivare al mio motorino,
accensione elettrica neanche a parlarne,
così approfitto della gamba "buona" per azionare il pedale,
Salto su e finalmente riesco a tornare a casa,
facendo il tragitto con la gamba "ko" a penzoloni, visto che non riuscivo a piegarla.

Grande spavento per mamma,
grande dolore per me,
antidolorifici che purtroppo ancora non fanno miracoli.
La cosa assurda è che io neanche dovevo esserci lì,
io dovevo stare al MATUSA
in tribuna stampa,
non su un campo di Promozione, accipicchia!

Per la serie:
la settimana della passione è iniziata,
e in tutti i sensi!

frase del giorno: TUTTA COLPA DEL...MATUSA!

venerdì 14 marzo 2008

GIORNO 40: quando Superman sale sul 492...



ore 22:25 postazione: ...CASA!

Sto sul 492, direzione Termini.
Si torna a casa stasera, e sono già in evidente ritardo.
L'orologio segna le 19:20, il treno parte alle 19:47.
Sto in piedi vicino all'autista,
e non per fargli da navigatore,
semplicemente perchè è l'unico spazio in cui incastrare la valigia.
Oltrepassiamo Piazza Barberini,
di fronte al Multisala c'è la fermata del bus.
Si aprono le porte, si richiudono
e woila! chi si materializza al mio fianco?
SUPERMAN!
Sì ragazzi, avete capito bene,
un ragazzo con tutina aderente blu,
mantello rosso e inconfondibile "ESSE" sul petto.
Oh my god!
Scende dopo due fermate, poco prima di Piazza della Repubblica.
Inizia un dibattito sul 492 tra me, una signora, avanti con l'età, e l'autista.
La signora sostiene che "Il ragazzo si sente felice vestito così, e quindi va capito ed assecondato".
Io sono di tutt'altro avviso, la mia indole di "giornalista" - attenta al disagio sociale della gente - mi porta a pensare che c'è qualche rivendicazione alla base di questo gesto:
"Signora - le dico - Carnevale è passato da un pezzo. Sicuramente il ragazzo farà parte di qualche movimento che lotta per rivendicare dei diritti. Ricorda il padre che si è arrampicato vestito da Batman sulle pareti di Buckingham Palace qualche tempo fa? Lo fece perchè voleva rivedere suo figlio".
Ho conquistato la vecchietta, che inizia a riflettere su questa possibilità.
Ma ecco che interviene l'autista e placa i toni:
"Macche' disagio sociale! Questo se fa i sordi, se mette davanti ar Colosseo conciato così, e i rigazzini fanno la fila pe' fasse fa 'na foto. 'O so io. 'O vedo tutti i giorni 'sto Batman. Prende st'autobus sempre a st'ora. Altro che scemo, questo qua c'ha capito tutto de 'a vita!"

Peccato, la mia versione di Batman era senza dubbio più...eroica!
Bando alle chiacchiere.

Oggi in redazione mi son fatta valere!
La caporedattrice mi ha affidato un servizio sul Tibet - che era il fatto del giorno! - . Il mio compito è stato quello di contattare vari tour operator e agenzie turistiche italiane per chiedere la stima degli italiani che attualmente si trovano a Lhasa.
Ho impiegato un po' di tempo a rintracciarli tutti, ma alla fine son riuscita a raccogliere tutti i dati e a scrivere le 20 righe che mi erano state richieste.
Sono soddisfatta!
Il merito è anche del panino di chef "Daniele": oggi salmone, mozzarella e rucola, pranzo da re, anzi, da regine!



frase del giorno: C'AVEMO PURE BATMAN!

giovedì 13 marzo 2008

GIORNO 39: le margherite vestite a nozze

ore 17: 36 postazione: ANSA

E' primavera.
La respiro nell'aria,
la vedo riflessa nella natura,
emanata dai raggi di un caldo sole
che oggi non ha voluto giocare a nascondino con la capitale.

E' primavera ed io mi sento carica.
Stamattina, prima di venire qui,
sono andata a correre (decisamente una scelta più sana di quella di ieri...).
Terme di Caracalla che passione!
Era da tanto tempo che le mie gambe
non percorrevano quel tragitto a ritmo di Mika, Azul e Shine.
Ho piacevolmente trovato delle margheritine,
tutte vestite a nozze in abito bianco,
felici e contente di farmi gli onori di casa.
E che lusso!
Peccato per il fiato,
che dopo appena due giri mi si è materializzato versione Grillo Parlante
esortandomi a riprendere la via di casa.
...pazienza!

Poi, con una "stanchezza" che "carica",
sono arrivata qui,
e non posso lamentarmi,
perchè ho lavoricchiato parecchio,
facendo notizie anche di una discreta importanza.

L'unico neo è che manca Maura,
e quindi il tempo scorre più lento,
sono un po' in stand bye.

frase del giorno: MAI PRENDERE IL CAFFE' DA SOLI, PERCHE' SI E' SILENZIOSI

mercoledì 12 marzo 2008

GIORNO 38: brain at work..MADDECHE?!

ore 16:07 postazione: ANSA

Come perdere tempo?
Semplice, basta "abboccare" al fiume di mail che si ricevono.
Il 7 marzo il Blus di Roma mi scrive:

BRAIN AT WORK, il grande appuntamento di incontro fra le più importanti
aziende del panorama italiano ed internazionale con gli studenti e laureati
degli atenei romani e del centro sud, torna puntuale il 12 marzo 2008 dalle ore
9.00 alle 18.30, presso il Centro Congressi Frentani, Via dei Frentani 4,
Roma.


E secondo voi qual è il primo pensiero di una stagista che, casualmente, proprio quel giorno si ritrova una mattinata libera?
Semplice: ANDIAMO!
La sveglia che continua a far capricci perlomeno mi risparmia l'alzataccia.

Ore 10:50 giungo sul posto. Mi metto in fila.
Aspetto dieci minuti, non di più, giusto il tempo di rileggere i miei articoli usciti oggi sul C.L. ( tutti e due in prima pagina n.d.r.).
All'entrata tanto di guardie con pistola di ordinanza (per la serie: Vedete un po' cosa volete fare qui dentro), e una reception con signorine in tiro bramose di ripetere per la cinquecentomillesima volta la formula d'accoglienza. Condito il tutto da un guardaroba in cui lasciare cappotti ed oggetti personali.
Perchè si tratta di una cosa seria ragazzi!
Con tanto di borsa rossa in tela con il simpatico logo manga della http://www.brainatwork.it/ (che poi se stiamo in Italia, e le aziende citate sono per la maggior parte nazionali, spiegatemi voi il bisogno dell'esotismo...fa chic, lo so, però che tristezza!) e, dulcis in fundo, anche una mappa per orientarsi.
Ragaaazzi!!!! E' una cosa seria, lo volete capire o no?

Sala rossa, sala verde, sala blu, sala arancione.
Quattro sono le possibilità.
Ci si orienta con i colori (DOMANDA: e i daltonici come fanno? Discriminati anche qui? bah!)
Scorro velocemente i nomi delle aziende che ci sono in ogni sala, ad occhio e croce ci saranno 50 stand, urge una selezione.
Il mio sguardo si focalizza su un solo nome: BUSINESS SCHOOL IL SOLE 24 ORE.
"Ottimo vado qui".
Controllo in che sala, pardon colore, si trova questo stand: SALA VERDE.
Perfetto!

Mi guardo intorno e la "segnaletica" indirizza solo alla Sala Rossa e a quella Blu.
Mentre cerco di orientarmi vado a sbattere proprio contro un omone dello staff (e non ce l'ha scritto in fronte, bensì sulla maglietta).
Colgo subito la palla in balzo.
"Scusi cerco la Sala Blu, sa dirmi dov'é?" - gli chiedo.
"Io vengo proprio da lì" - risponde.
"Bene" - penso io.
"Il problema è che non mi ricordo da dove vengo..." - continua lui.
"Annamo bene" - dico dentro di me.
"Comunque - continua lui - qui ci sono la Sala Rossa e la Sala Blu, quindi la Sala Verde starà al piano di sotto".
Perspicace l'amico (e pure io...) , lo ringrazio e mi dirigo verso le scale.
Scendo giù e c'è solo la sala arancione.
"Presumo" che quella verde sarà posizionata all'interno, così mi immetto nella massa.
A suon di spintoni e gomitate percorro dieci metri,
e mi imbatto nel primo stand che, magari, può fare al caso mio: MAGIC TV.

E' qui che inauguro la mia formuletta: "Buongiorno, io sono laureata in Scienze Umanistiche, sto facendo il mio secondo stage all'Ansa e tra poco prendo il tesserino da pubblicista, vi interessa il mio profilo?"
"Al momento cerchiamo solo esperti di marketing o di economia, comunque mi lasci il suo curriculum, lo visioneremo con calma" - mi dice la tizia.
"Non ce l'ho ora il curriculum, magari glielo mando per mail, va bene?" - chiedo io.
"Certo - fa lei scrutandomi in malo modo - questo è il nostro indirizzo mail".
Fuori uno.

La folla mi sbatte nello stand di LAVORARE, periodico che fornisce le offerte di lavoro della capitale e provincia.
"Io sono una quasi giornalista, posso interessarvi?" - domando
"No noi non cerchiamo personale, e non ci servono giornalisti" - mi rispondono
"Ah allora scusate!" - dico io.
INCISO: Ma che cazzo ci state a fare qua?

Ecco finalmente la tanto sospirata Sala Verde, e con essa l'unico stand da me cercato.
Il BUSINESS SCHOOL IL SOLE 24 ORE è in pole position, il primo che si incontra venendo dalla Sala Arancione, di fronte a esso solo il bar.
"Io sono laureata in Scienze Umanistiche, sto facendo uno stage all'Ansa e tra poco prendo il tesserino da pubblicista, immagino che siate più interessati a curriculum specializzati in campo economico, ma ci sarebbe anche un posto per me?"
"Ma quale ambito economico! Noi siamo interessati a profili come il suo, che devono colmare le carenze in campo economico! Abbiamo un'ampia scelta di master che possono fare proprio al caso suo!" - e così dicendo mi riempie di opuscoli: media relations, marketing management, marketing, comunicazione e nuove tecnologie, human resurces, Internazionalizzazione d'Impresa... tutti master che, secondo la tizia, farebbero proprio al caso mio.
"Ma sono previste anche delle borse di studio, eventualmente?" - mi azzardo a domandare.
"Certamente, ma sono tantissime le richieste, inizia a metterti in fila, così hai più opportunità" - mi consiglia lei, perchè si vede, "è proprio un'amica"... .
"In compenso però possiamo darti il giornale gratis oggi" - e me lo dice come per tirarmi su.
"Ah grazie molto gentile" - rispondo io. ( Che poi cosa ci faccio io con una copia del Sole 24 Ore proprio non lo so, visto che di familiare questo giornale ha solo il colore della carta!)

Così mi carico anche il peso della busta "gentilmente" concessami dal giornale di Confindustria e proseguo nel mio tour.
"Oh guarda cosa c'è qui, lo stand del COMUNE DI ROMA SPORTELLO TIROCINI. Caspita questo è buono - penso - molte mie amiche hanno ottenuto stage importanti tramite loro, andiamo un po' a sentire che dicono". E così mi avvicino.
Mi accoglie una signora di mezzetà, che ha l'impressione di sapere la sua.
"Buongiorno e bla bla bla, laureata in Scienze Umanistiche bla, bla, bla, Ansa bla, bla, bla, tesserino bla, bla, bla, cerco opportunità nel mondo del giornalismo".
"Ma signorina è un mondo chiuso" - sentenzia.
"Questo lo sapevo già" - dico io.
"Noi fino a due anni fa avevamo contatti con La Repubblica e con l'Unità, ma ora non più, perchè si sono messi avanti i sindacati, e dicono che siete troppi" - mi spiega.
"Ah vabbe' (ALTRO INCISO: ma i sindacati i cazzi loro no?) allora ci sarebbero opportunità come Ufficio Stampa?" - gioco la mia seconda chance.
"Ma anche lì è difficilissimo, perchè siete troppi. Del resto tutti vogliono fare l'ufficio stampa di qualcosa" - ribatte lei.
"E vabbe' se ne è convinta... Grazie lo stesso" - e mi giro per andarmene via.
"Arrivederci signorina, ma ci venga a trovare!" - mi dice lei, come formula di saluto.
E per far che? Per portarti il caffé? Hai appena sentenziato che resterò disoccupata a vita! Cretina.

Due passi e leggo il poster dello stand che è di fronte: ELIS ICT ACADEMY, VASTA GAMMA DI CORSI DI PERFEZIONALMENTO , ANCHE GRATUITI"
Corazzata di borsa rossa con logo http://www.brainatwork.it/, con la busta del Sole 24 Ore, e con tanto di scongiuri dell'addetta del Comune di Roma allo sportello Tirocini, mi metto in fila per sentire cosa hanno da dirmi pure questi.
Arriva il mio turno, ripeto la mia formula di presentazione e lui, per la prima volta un ragazzo in giacca e cravatta, sospira dicendomi:
"Purtroppo per il tuo profilo non c'è un granchè, ti possiamo offrire solo questo master, 4 mesi in aula e 2 mesi di tirocinio, costa un pochino a dire il vero, però è qualificante, dai un'occhiata al nostro sito"
E certo, non c'ho nient'altro da fa!
"Sicuramente non mancherò! Arrivederci", e ridistribuisco tra le braccia i pesi di tanta carta, direzione scale.

La Sala Verde m'ha stufato, vediamo che aria tira ai piani alti.
Entro nella Sala Rossa e, non so bene in che modo, mi ritrovo in quella Blu.
Mah! TU CHIAMALI SE VUOI... I SEGRETI DELLA BRAINATWORK!
Se lo incontro di nuovo credo che consolerò il tipo sperduto dello staff.
"Non è colpa tua!" - gli dirò.

C'è anche la PHANTENE che cerca personale per la sua campagna pubblicitaria,
ma qui "passo", non gli concedo possibilità, io i capelli lucenti come fanno vedere in televisione non ce li ho, quindi non perdo tempo.
Sto diventando pure saggia, caspita!

C'è un folto numero di giovani accalcati in un punto, alzo gli occhi e subito comprendo: si tratta dello stand dell'IBM.
Decido di tentare il tutto per tutto e mi accodo alla massa.
Arriva il mio turno, chiudo gli occhi e recito la cantilena della mia giornata (la prossima volta mi porto una sedia così ci salgo su, mi metto in posa e recito "Sono laureata in Scienze Umanistiche bla bla bla", e vediamo se almeno qualcuno mi batte le mani a fine interpretazione!) .
La donna davanti a me sorride, sembra simpatica.
Mi dice che al momento il settore delle Risorse Umane è al completo, ma mi esorta a mandargli lo stesso il curriculum: "Magari più in là ci serve" - aggiunge, e mi invita a prendere uno strano aggeggio.
Ignoro completamente di cosa si tratti, ma sono contenta: la mia interpretazione ha fatto breccia nel cuore di questa signora, che mi ha premiato! E' la prima volta da questa mattina, esulto.
Più in là capirò che non si tratta di nulla di fantascientifico, semplicemente di un contenitore di plastica contenente "pastiglie alla menta".
Ma è il gesto quello che conta, giusto?

Sto per andarmene ma mi soffermo ad osservare la ragazza posizionata alla mia sinistra. L'avevo notata già da qualche minuto, perchè era da tanto che parlava con la tizia IBM, chissà cosa avesse da chiedere di tanto importante!
Anche lei comunque era giunta quasi al termine del colloquio. L'addetta IBM (in evidente stato di disperazione) tenta di porgerle la mano per congedarla nella maniera più educata, lei risponde al gesto ed esclama: "Ma scusi, questa è un'azienda di informatica?".
La donna resta di stucco, se avesse avuto tra le mani una corda sono sicura che l'avrebbe usata, se contro la sua interlocutrice o contro se stessa beh, questo resta un dilemma!
Io sono interdetta e penso: basta, per oggi ne ho sentite fin troppe!

Così prendo la saggia decisione, la prima della giornata, di togliere il disturbo.
Nel corridoio, antestante all'uscita, tra i tanti, c'è una postazione della PRINGLES.
Mi guardo attorno e mi accordo che è sguarnita.
"Chissà - penso - magari alla promoter è scappata la pipì!"
Adocchio subito i gadget, nella fattispecie piccoli pacchetti di patatine (senza il classico cartone tondo, bensì in busta di plastica, come la più anonima tra le Crick Croc...).
Un'ultima occhiata intorno a me, bene non mi vede nessuno e così, in due secondi, la mia mano assume dimensioni stratosferiche, riuscendo ad agganciare quattro bustine.
Non chiamatemi approfittatrice eh?
Oh! del resto devo averlo pure io un piccolo tornaconto no?
E' più di un'ora che qui dentro mi prendono per culo tutti, a destra e a sinistra,
i verdi, i rossi, i blu e pure gli arancioni!
Avrò pure il diritto a una misera indennità morale, o sbaglio?



frase del giorno: MA LA IBM E' UN'AZIENDA INFORMATICA? O_O

martedì 11 marzo 2008

GIORNO 37: martinativu

ore 15:39 postazione: ANSA

Oggi sono in anticipo con i tempi di scrittura,
o meglio, più esattamente con il "bilancio quotidiano",
ma non è casuale.
Scrivo ora per assaporare fin in fondo la vena d'ottimismo (UDITE UDITE!) che mi ha lasciato la mattinata passata nella "mia" redazione.
Precisiamo: non quella dell'ANSA,
bensì quella più semplice, senza dubbio meno lussuosa e prestigiosa, forse anche meno professionale,
del mio giornale, che da più di un anno e mezzo è diventato la mia seconda casa.

Perchè i mesi di stage vanno e vengono,
mentre il mio praticantato per ottenere un tesserino resta,
per due anni, e senza sconti,
anzi con un bonus, se così vogliamo chiamare la nuova trovata che prevede un esame anche per accedere all'albo dei pubblicisti!!!

Una redazione che sento mia dicevo,
a volte mi sembra tremendamente stretta,
ma in grado, in altre occasioni, di darmi una carica disarmante, come è successo questa mattina.

Oggi si è aperta l'ennesima nuova era per il mio giornale,
una nuova scommessa: LA WEB TV.
Hanno finito alle 4.30, forse pure le 5 di stamattina di sistemare il notiziario d'esordio.
Dura 7 minuti.
Pochissimo penserete voi.
Certo, magari e vero, soprattutto se paragonato ai normali tg.
Ma provate a pensare a cosa ci sia dietro a sette minuti di riprese,
di inserimenti di immagini,
di titoli che scorrono mentre viene letta la notizia del giorno.
Ai nomi che compaiono sotto i personaggi ogni volta che lo schermo cambia inquadratura,
o quando le voci si avvicendano o si sovrappongono (perchè capita anche questo!).

E stamattina erano di nuovo lì, ai posti di combattimento,
felici e contenti di mostrare a "noialtri" questo ennesimo trionfo.
Mi piace la luce che illumina i loro sguardi,
amo osservare, con la coda dell'occhio, i loro volti fieri e orgogliosi,
quando davanti allo schermo mi illustrano questo "neo-capolavoro".
"Vedi l'effetto grafico lì dietro?" - tenta di farmi osservare.
"Si si"- rispondo io.
"Un'ora e mezzo di lavoro, solo per quello" - afferma lui.
"Capirai neanche si vede!" - lo stuzzico, in modo sfottitorio.
Ma io scherzo, e lui lo sa.
Perchè sono entusiasta quanto loro di questa nuova scommessa,
e l'unico rammarico è quello di dover essere semplice spettatrice,
di non comparire, questa volta, una dello staff.
Il guaio è che le giornate sono brevi, ed io qui all'Ansa passo in media otto ore al giorno,
e poi mettici il tempo per gli spostamenti, il tempo per mangiare, e anche quello per dormire (o meglio per vegliare ...), e woila, non riesco a far null'altro.

E' anche l'ambiente, spesso, a far la differenza.
Ed un conto è lavorare con giornalisti seri e affermati, tutt rigorasamente in giacca e camicia (la cravatta la riservano alle grandi circostanze) o tailleur (a seconda del sesso).
Altro discorso è stare a contatto con ragazzi della mia età, mossi dalla mia stessa passione,
e che usano un quotidiano regionale di calcio giovanile per affermarsi nel mondo del lavoro,
per bussare alle spalle dei grandi big e dire: "Ehi vedi, cavolo, ci siamo anche noi".

Mi colpevolizzo perchè io spesso non credo ai loro progetti,
e quando mi dicono: "Facciamo questo, facciamo quello",
io tendo a storcere la bocca e a dire: "Se vabbe' "

A volte mi soffermo a riflettere, e penso che,
se le mie scelte fossero state diverse, un po' di tempo fa,
a quest'ora sarei potuta figurare come una "redattrice del C. L.",
ed avrei avuto il mio magro ma comunque degno stipendio.
E invece, al momento, risulto solo come uno dei tanti "collaboratori del C.L." (ovviamente non pagata), ed una stagista invisibile del massimo portale d'informazione italiana (ARIovviamente non pagata).

Ma non ho nessuna intenzione di lamentarmi,
perchè sono convinta di questa scelta.
E so che, se tornassi indietro,
la rifarei,
malgrado i tentativi di molte persone, di farmi ragionare,
di farmi capire che non è questa la strada giusta per entrare nel mondo del giornalismo.
Forse hanno ragione,
ed il mio cercare invano di ottenere un contratto impossibile, qui
e rinunciare a pretenderne uno più modesto, lì,
alla lunga si rivelerà una scelta che mi si ritorcerà contro.
Ed allora entrerò a pieno diritto a far parte di quelli "RISIKO, MA NON ROSICO...", proprio come titolava quest'oggi, la prima pagina del mio amato C. L.

Sono pronta a pagare le conseguenze delle mie azioni,
visto che a me piace mettermi in gioco,
e tentare l'intentabile,
anche perchè, come mi ha detto, alcuni giorni fa,
un neo amico virtuale, non devo accontetarmi "di una poltroncina che puzza già di pensionistico".
Eppure, e questo lo so,
la mia vita sarebbe molto più semplice, se solo facessi un passo indietro.
Ma tanto non lo faccio...




frase del giorno: RISIKO, MA NON ROSICO....

lunedì 10 marzo 2008

GIORNO 36: e non finisce certo qui

ore 16:29 postazione: ANSA

Sto già con la mente a quel che sarà una volta fuori da qui.
Perchè non finisce certo qui, cari miei.
No no.
A dire il vero avrei voglia di smetterla subito
con questa stupida pagliacciata,
però so che, al solito, è l'istinto che mi porta a pensare in questo modo.
E quindi faccio un passo indietro,
un lungo respiro, anzi due,
e mi risiedo qui, dove sono arrivata alle 12.20, e sono le 16.38 ed ancora non ho fatto nulla.

Comunque una cosa è sicura: PARTO.
Vado via da Roma, vado via dall'Italia,
un anno fuori sarebbe l'ideale,
sei mesi il minimo indispensabile.

Devo farlo e lo farò
al di là dei sentimenti, dei desideri, delle abitudini,
perchè arriva sempre il momento di spiccare il volo,
e se quello che voglio fare nella vita è andare in giro per il mondo,
raccontando storie,
beh devo darmi una mossa,
iniziare, anche facendo il più umile dei mestieri.
Del resto si parte anche da lì...




frase del giorno: SE MAI DOVESSE ESSERCI UN ALTRO
STAGE QUI, ME NE VADO A SPETTACOLO!

venerdì 7 marzo 2008

GIORNO 35: e gira tutto intorno la stanza...



ore 15:59 postazione: ANSA



E continuo a chiedermi cosa ci faccio qui.
E quanto continuerà ancora questa mia battaglia contro i mulini a vento.
Da ventiquattro ore non riesco a pensare ad altro.
Perchè posso fare i salti mortali che voglio,
con turni di nove ore, notizie a tutto spiano
fossilizzandomi su questo posto,
senza fare mai, e dico mai, una trasferta,
perchè non ne sono capaci, quelli come me.

Il fatto è che, quelli come me,
i contatti non li hanno,
e non li avranno mai.
E stai bene a parlare di passione,
di sogni, di ambizioni e di progetti
in uno stato che non sa neanche dove sta di casa la parola "meritocrazia" .

Mi sento proprio stupida, perchè sento che è inutile questa mia battaglia.
Che poi è vero che c'è quello lì, che da solo è riuscito a fermare un carrarmato quella volta,
ma è anche vero che io non potrò mai imitare le sue gesta,
perlomeno qui, tra queste mura, tra questi confini politici.

Ma a vent'anni puoi abbandonare i tuoi sogni?
No, certo che no.
Ma allora fino a quanto devi continuare ad illuderti,
a passare le notti insonne davanti a un pc,
a sentire un tonfo al cuore ogni qualvolta un "big" gironzola dalle tue parti,
per poi vedere, sistematicamente,
sbatterti tutte le porte in faccia,
ed aprire portoni a chi si ritrova qui quasi per sbaglio,
e non ha nessuna intenzione di rimanerci.


Mi fa bene camminare in questi momenti, mi aiuta a fare chiarezza.
Così ieri, una volta uscita da qui ho deciso di tornare a casa a piedi,
malgrado la pioggia.
E non ho aperto neanche l'ombrello, no non ne avevo voglia.
Perchè traevo un misero giovamento da quella sensazione di bagnato sul volto,
dal cappotto che cambiava colore nel corso del tragitto.
Mi hanno fatto compagnia le lacrime che il cielo stava buttando giù,
perlomeno non ero la sola a piangere, al termine di una inutile giornata.


E poi mi son trovata, per l'ennesima volta,
a fare i conti con l'ottusità delle persone,
di un qualcuno che non risponde mai delle sue azioni,
che calpesta la tua persona senza rendersi minimamente conto del male che ti fa.
"Non lo faccio apposta" - dice lui,
ed è questa sua "falsa innocenza" la cosa che più ti ferisce.
Perchè c'è anche questa gente nel mondo?
E perchè non abbandono l'intento di cambiarlo,
di fargli aprire gli occhi a tutti i costi?
Un'altra inutile battaglia. L'ennesima contro i mulini a vento.
Devo accettarlo per quello che è continuo a ripetermi,
oppure privarmi della sua presenza, una volta per tutte,
perchè non posso andare avanti così. Non posso

Era finita male ieri,
ed oggi poteva iniziare peggio,
se non fosse stato per quella pausa arrivata proprio nel momento del bisogno.
"Riposati questo fine settimana" - mi hai detto tu dall'altro cavo del telefono, ignaro di tutto.
Uno stop tanto innaspettato quanto desiderato,
una due giorni per staccare la spina,
per poi ripartire.

Da dove però?
e verso quale direzione?

frase del giorno: FORTUNA CHE C'E' IL TIRAMISU' AL COCCO


giovedì 6 marzo 2008

GIORNO 34: "Come Quando Fuori Piove"




ore 17:40 postazione: ANSA

Oggi non è il massimo,
assolutamente.
Eppure sto lavorando, ho già mandato tre notizie - due abbastanza immediate, l'altra più complessa, su un rapporto di Amnesty International - però non sto bene.

Forse perchè penso che è più di un mese che sto qui dentro,
ma passi in avanti non ne vedo,
e Dio solo sa se mai ce ne saranno.

O forse questo stato d'animo è dettato dal tempo,
da questa maledetta pioggia che non cessa di venir giù da ieri.

Oppure la mia è semplicemente stanchezza,
dovuta a una notte passata insonne,
temendo i capricci di una sveglia
non nuova a giocarmi qualche colpo mancino.
Anche stanotte ci ha provato,
ma io son stata più furba di lei,
e così la giornata è iniziata con un sorriso
per una neo-ventiquattrenne che ha spento una candelina immaginaria
su un tiramisù congelato alle 7.45 di una piovosa mattina.
Era questo ciò che più mi premeva oggi,
e siamo riusciti a realizzarlo.
Va bene così.



frase del giorno: MA CHI SEI UN MURATORE?

mercoledì 5 marzo 2008

GIORNO 33: marzo pazzerello,esce il sole e apri l'ombrello...


ore 17:17 postazione: ANSA


Totale apatia oggi.
Sapete, di quelle giornate uggiose, che da sole confermano la filastrocca che ti insegnano a otto anni: Marzo pazzerello, esce il sole e apri l'ombrello.
Perchè poi io lo dico sempre, alle elementari si capisce tutto della vita.

Il cielo è terso, ogni tanto si abbandona a una pioggiarellina tanto inutile quanto fastidiosa.
Sì perchè dovete sapere che a Roma bastano due gocce (contate) d'acqua, per creare il panico: strade allagate, traffico in tilt, mezzi incolonnati per ore.
Oggi a pagarne le conseguenze sono stati quelli che, per errore o per sfortuna, si sono trovati a passare sull'Ostiense.
E non lo so grazie a fonti ANSA, molto di più, ho un testimone oculare: una cinquantenne a cui stamani questo simpatico scherzetto è costato due ore di ritardo al lavoro. Ed a me l'ingrato compito di consolarla durante tutto il tragitto dell'810 da Malatesta a Piazza Venezia.

Credo che il tempo influisca molto sull'animo degli italiani,
qui ad esempio c'è ben poco da fare oggi,
ma se l'Ansa non lavora significa che anche gli italiani vanno a rilento oggi.
Pochi comunicati stampa,
qualche indiscrezione sull'elezioni,
i primi verdetti delle autopsie sui corpi del fratellini di Gravina di Puglia,
nulla o quasi di cronaca nera.
E' che anche gli assassini sono lunatici, secondo me, e quando il tempo è brutto perdono il gusto di uccidere.
Mal per noi pochi, meglio per noi tutti.

Io nel mio piccolo ne approfitto per portarmi avanti su un pezzo che uscirà martedì prossimo sul giornale. Un'intervista incrociata a due giocatori, stile LE IENE tanto per intenderci!

Stamattina quasi correndo stavo arrivando al corriere.
Del resto avevo solo cinquanta minuti di ritardo.
Oltrepassato il cancello mi trovo a tu per tu con il direttore, che insieme ad un amico stava andando a prendere un caffe (il secondo della giornata).
Io saluto sorridendo.
Lui allarga le braccia ed esclama: "Eccola la giornalista più grande!"
Io mantengo il sorriso, cercando di accentuarlo il più possibile.
L'amico mi osserva compiaciuto.
Il direttore continua: "Perchè devi sapere che lei, quando scrive, punge. Sempre!"
Al che il volto dell'amico si distende e mi dice: "Brava, una buona giornalista deve sempre pungere!"
Io mantengo il sorriso, ormai ebete, li ringrazio, mi congedo da loro e riprendo la mia corsa.
Del resto ho solo cinquanta minuti di ritardo....

Ma che bello però!



frase del giorno: MA TU SEI UN BAMBACIONE?

martedì 4 marzo 2008

GIORNO 32: bottino magro, ma ci accontentiamo



ore 16:43 postazione: ANSA

Obbiettivo portato a termine.
Vale a dire che alle 15:10 è uscito sul MNB un barrato che titolava:

8 MARZO: 100 ANNI; DAL ROGO DEL 1908, STORIA DI DIRITTI /ANSA
IN PIAZZA E IN CASA, ANCORA LUNGO IL PERCORSO DA FARE

Ma il titolo non è mio. No no, e me ne dissocio.
Perchè io avevo messo:

OTTO MARZO: FESTA DONNA, UN CENTENARIO FUORI TEMPO
QUANDO LE MIMOSE PERDONO IL LORO PROFUMO

E scusate ma, almeno stando alla poeticità, il mio è superiore.


  • Ma qui stiamo all'Ansa - lo so
  • e gli editoriali su Repubblica li scrive ancora un tal Ezio Mauro, non tu - so pure questo
  • e tu non lo puoi neanche firmare un articolo da sola, perchè sei stagista - eh sì, ce l'ho scritto in fronte SONO STAGISTA, che non si vede?
Ma infatti oggi sono pacifica, e non faccio proteste.
Anzi sono tranquilla, e un pizzico soddisfatta perchè, al di là di tutto, ho ricevuto anche i miei primi complimenti, e scusate se è poco.
Certo un po' il rammarico resta, se non altro perchè son stata in piedi fino alle 3.30 stanotte, per sistemare ogni periodo, limare ogni frase, dosare l'articolo dalla prima all'ultima parola.
Ed è solo perchè pensi alla fatica che ti è costata ogni singola riga che tremi, al momento del verdetto, nel vedere premuto quel tasto che, in men che non si dica, cancella buona parte del tuo lavoro. Un attimo e puff, non resta più niente.
Però è anche vero che avevo calcato un po' troppo la mano in alcuni passaggi, come mio stile. Ed era anche prevedibile il fatto che non avrei trovato il semaforo verde.
Però io c'ho provato, e già è tanto.
E poi la maggior parte dell'articolo è mia, l'impostazione di fondo, il lead e la conclusione, e una gran fetta del contenuto centrale.
Senza contare che, stamattina, in via straordinaria ho chiesto il parere di un paio di colleghi-superiori-amici, il loro giudizio è stato positivo. ed io ne prendo atto.

Al di là di ciò la giornata è pesante. Gli occhi faticano come non mai a restare aperti. Forse per la prima volta preferisco restare in sordina, del resto ho già dato, oggi...


frase del giorno: "Ma dov'è che si parla del Ladispoli qua?"

lunedì 3 marzo 2008

GIORNO 31. Lavori in corso

ore 18:01 postazione ANSA

Lavori in corso!
Mi è stato affidato un pezzo sul centenario della Festa della Donna, deve essere pronto per domani.
Sto nel panico: tre ore che stampo, stampo, stampo, una marea di cose.
Perchè è stato scritto di tutto e di più sull'argomento, ma il mio articolo deve essere originale, deve avere un "taglio accattivante".
Ho qualche idea che mi gironzola nella testa, ma si tratta solo di pensieri ad ordine sparso per il momento. Speriamo che siano clementi con me questi pensieri, e al più presto si posizionino da soli, in fila per due, dal più alto al più basso (e non mi interessa delle discriminazioni ora!)
Urge la LAMPADINA di ARCHIMEDE
Non devo fallire, NO!

Passo e chiudo

Frase del giorno: QUANDO LA MIMOSA SFIORISCE

GIORNO 27: un caffè a Fontana di Trevi...



26 Febbraio 2008

ore 16:07 postazione: ANSA




AVVERTENZA

Da qui è partito tutto. Questo post, pubblicato in separata sede, mi ha fatto nascere l'idea di un diario-blog sulla vita di una stagista. Per questo ho deciso di ripubblicarlo integralmente, anche venendo meno all'ordine cronologico.
Solo per questa volta però, lo prometto!


C’era poca gente alle 14.30 oggi, a Fontana di Trevi. Forse perché il cielo era coperto.
Ho potuto trascorrere la mia pausa pranzo in tutta tranquillità, senza dover ingoiare il panino per scattare la foto a una coppia canadese in Italia per il loro venticinquesimo anno di nozze. Oppure a quegli odiati milanesi, che l’altro giorno mi hanno fatto perdere un quarto d’ora: “Devi cogliere il momento in cui lanciamo la monetina, si devono vedere le monetine in aria” – continuavano a dirmi, ed è solo merito dell’educazione che mi ha dato mamma se non gli ho risposto: “A Milanesi di sto c…o , ma per chi m’avete preso?”. Oggi nulla di tutto ciò, solo una bambina down mi si è seduta vicino bramosa di conoscere nei dettagli la leggenda che ha dato fama a questo monumento, ma fortuna ci ha pensato sua madre a togliermi dalle vesti di Cicerone, che peraltro poco mi si addicono.
Così sono andata a prendere il solito caffè, dai miei nuovi amici, lì al bar che fa angolo.
Fortuna che ci sono loro. Mi fanno sentire importante: “un caffè per la giornalista” dicono sempre appena mi vedono all’entrata. Perché poi io sono una “Giornalista dell’Ansa”, e quindi il caffè lo pago solo cinquanta centesimi, anche se stiamo di fronte a Fontana di Trevi.
Un caffè per la giornalista, see magari!
Fortuna che ci credono, almeno loro. E fortuna che ci sono loro, ogni pomeriggio, a dirmi la parolina magica, che da sola riesce a farmi scattare un sorriso. Sì perché per il resto c’è poco da ridere, soprattutto in giornate come questa, in cui mi sento completamente svuotata.
Tutta una mattinata a mettere insieme parole scontate, banali che servono solo a riempire una pagina di giornale. Nessuno spessore aggiunto, nessun accenno di stile. Articoli che mi vergogno anche di firmare spesso, è brutto ammetterlo ma è così. Ma cosa è successo?
Ricordo l’entusiasmo con cui avevo iniziato.
Quel mio immedesimarmi in ognuno dei miei interlocutori, al di là del loro status sociale. Perché non mi interessava parlare con un grande big, anzi mi emozionavo e mi tremava la voce ogni qualvolta mi veniva richiesta l’intervista a un “personaggione”. Preferivo le persone semplici.
Ogni storia la facevo mia e più si trattava di mister poco quotati, di squadre finite nel dimenticatoio, più mi si accendeva la lampadina e mi dicevo: “Vai, ora tocca a te, devi rendere le loro storie esemplari, devi trovare quella valvola in grado di innescare il meccanismo che catturi il lettore e lo porti a leggere il tuo articolo, dalla prima all’ultima parola. Hai la possibilità di dar voce a queste persone, non puoi trattarli con sufficienza”. Ed ecco che il mondo intorno spariva e rimanevamo solo io e lui, il pc.
Lavoravo con tranquillità, limavo parola per parola, contavo le virgole, stavo attenta a non usare troppi aggettivi, a togliere gli avverbi in “-mente”, perché saranno pure lunghi e ti permettono di occupare spazio, ma “fanno troppo brutto”. Ed ero soddisfatta quando finivo. Mi alzavo ed uscivo sorridendo, e non importava che erano le cinque di pomeriggio, ed avevo un appuntamento e “pazienza gli do buca”. Avevo fatto il mio dovere, e il mio dovere corrispondeva al mio piacere, per questo ero contenta.
Ed ora? Dove è andata a finire tutta quella passione?
Non lo so. So che scrivo senza trarne giovamento. Quanto devo fare, cinque mila battute? Le faccio. Articoli scarni, scrivo il minimo indispensabile, non di più. Magicamente alle 12.55 ho già finito ed abbandono la mia postazione. Beh meglio no? Mi si potrebbe obiettare.
No rispondo io, perché scrivere controvoglia non mi realizza anzi, mi fa soffrire.
Spero che sia solo un periodo. Deve essere un periodo, visto che non ho un capro espiatorio con cui prendermela. So che, come sempre, me la canto e me la suono da sola. Hai voluto la bicicletta? Adesso pedala… […]

E poi irrazionalmente vado a prendere l’81 ed arrivo qui, nel maggiore centro d’informazione italiano. Entro ed a testa alta mi siedo in quel posto che non interessa a nessuno ma che io a fatica ho conquistato. Anche qui alti e bassi.
Ci sono giornate in cui mi sento sulla cresta dell’onda:
“Romina fai questo?”
“Romina quindici righe, non di più su questo comunicato!”
“Vedi la notizia delle 13.32, questo è il primo commento ufficiale, facciamo una bella apertura”. Che poi mica faccio sempre tutto bene, anzi! Con i titoli vado forte, quello sì, li indovino la maggior parte delle volte. Ed anche lo stile della scrittura è abbastanza apprezzato: frasi brevi, poche subordinate, carenza di verbi. Quel che mi frega però sono i lead:
“L’idea era buona, ma se noi mandiamo in desk questa notizia mi chiamano quelli della Fiat e mi fanno un culo così!” – mi dice Gianluca senza mezzi termini. Io rifletto: ho appena scritto “Il Bingo come la Fiat”…beh sì, forse ha ragione, un po’ troppo azzardato come attacco, non lo metto in dubbio.
Ma va bene lo stesso, mi piace quando mi richiamano, mi metto vicino a Gianluca, a Tiziana, a Angela, loro leggono quello che scrivo e mi correggono, mi danno suggerimenti, svelandomi quelli che si possono definire i “trucchi del mestiere”.
Ma capitano anche i pomeriggi come oggi, in cui faccio parte della cosiddetta schiera degli stagisti- invisibili. E’ la notizia del ritrovamento dei corpi dei fratellini Pappalardo a Gravina di Puglia a tener banco in redazione, da quando sono arrivata. Tutti sono sull’attenti e scattano appena si aggiunge una notizia, una dichiarazione, un commento, anche un piccolo particolare che serve a chiarire le dinamiche di due morti tanto assurde quanto spietate. “Due politici stamani sono andati a trovare il padre al carcere di Velletri” – dice colei che mi sta dietro.
“Ottimo abbiamo lo scoop” – commentano dall’altra stanza.
Segue mezzora di telefonate intensissime, ma alla fine niente, issiamo la bandiera bianca: non ci sarà nessuno scoop, un giornale si è già aggiudicato l’esclusiva.
Stralci di ordinaria quotidianità, nulla più. No non c’è tempo da dedicarmi oggi, ma non ne faccio un dramma, perché mi sto appassionando come loro alla vicenda, mi piace seguirla qui, in diretta, anche se loro scrivono, io invece posso solo osservare, però sono in pole position. Mi accontento.
Prima ho mandato una mail alla Chiari, che se la memoria non mi inganna ora ha una cattedra all’università di Genova. Le ho scritto che non sono più sicura di fare il dottorato negli Stati Uniti, perché significherebbe tardare ancora di tre-cinque anni il mio ingresso nel mondo del lavoro e, già ora mi sento indietro rispetto agli altri. Aspetto una sua risposta, spero che almeno lei riesca a tranquillizzarmi un po’, perché è proprio questa la cosa che più mi manca in questo periodo, la tranquillità.
Sempre con l’impressione di percorrere la strada sbagliata, a volte il pensiero di cambiare percorso si concretizza, ma poi…succede che poi… vado al bar di fronte a Fontana di Trevi e l’amico barista mi fa spazio tra la massa di americani-cinesini-giapponesini che litigano a suon di gestacci per un gelato e dice: “un caffè per la giornalista”. Ed io sorrido…









frase del giorno: NON DEMORDERE