ore 18:04 postazione: ANSA
Continua la mia fase di apatia anzi,
si acutizza sempre più con il passare dei giorni.
Eppure ora non posso fare a meno del conto alla rovescia: siamo a meno 7 ufficialmente, ma meno 4 in concreto, visto che venerdì prossimo è festa nazionale, ed io non "lavoro".
Le mie energie qua dentro sono esaurite,
me ne rendo conto,
e non serve che loro tentano di inserirmi, di rendermi partecipe, di affidarmi servizi anche di una certa importanza.
No, non serve a nulla, lo so.
Oggi alla pausa pranzo sono andata alla Feltrinelli di Galleria Colonna per consegnare il mio curriculum, ma mi hanno risposto che non li prendono più, e che devo inviarlo alla sede di Milano.
Così ho attuato il piano B e sono andata alla Mondadori, sita nella viuzza che collega l'Ansa a Fontana di Trevi. Lì la ragazza è stata molto gentile, ha preso il curriculum mettendolo in una cartellina e me lo ha anche spillato.
Non so perchè l'ho fatto,
a me non piacerebbe lavorare nè alla Feltrinelli nè alla Mondadori, nè in alcun altra libreria, a scapito forse del mio titolo di studi.
Il punto è che io voglio scrivere, scrivere, scrivere.
Ma non voglio farlo più come sport, bensì come lavoro, vale a dire che voglio essere pagata per farlo perchè io, fino a prova contraria, sto offrendo un servizio, che sia Ansa o C.L. poco conto, ed è giusto, E' GIUSTO', che mi smetti un tornaconto.
E c'era quel tale Marx, che parlava di teoria di plusvalore, e diceva che se tra prodotto iniziato e prodotto finito passano delle modifiche, beh quel qualcuno che si è reso responsabile di quelle "variazioni di stato" deve essere rimborsato. E quel qualcuno sono io.
Io devo essere rimborsata.
Perchè mi impegno cavolo,
perchè lavoro sette giorni su sette dalla mattina alla sera,
sabati e domeniche incluse,
ed i "brava", "complimenti", "scrivi molto bene", "ce l'hai nel sangue questo mestiere" non mi bastano più, anzi mi feriscono, e neanche potete immaginare quanto.
Sarebbe tutto più semplice se non mi sentissi portata per questo mestiere,
se fossi circondata da indifferenza nei miei confronti,
e che nessuno si pronunciasse mai sul mio operato.
Ma così non è, ed è questo che mi fa rabbia...
Ad un anno di distanza torno a rivivere la stessa scena:
qualcuno mi porge una caramella ed io allugo la mano per riceverla.
Ne è passato di tempo, di acqua sotto i ponti ed anche il mio status sociale, fino a prova contraria, è lievemente mutato.
Ma non è cambiata la mia testa,
sono stata in grado di ricadere nello stesso errore,
mandando a quel paese gli ammonimenti ricevuti, e confidando solamente in me stessa,
nella mia "pseudo-determinazione".
Già la "pseudo-determinazione", dove mi ha portato stavolta?
Da nessuna parte, anzi, mi ha lasciato più indietro rispetto al punto di partenza.
2 commenti:
Non immagini quanto mi faccia rabbia tutto questo. Non hai più bisogno di consigli come di complimenti. Sei coscente delle tue potenzialità e meriti altre possibilità (cn retribuzione). Io prego per te.
Non ti demoralizzare perchè se anche tu smetti di fare i tuoi interessi, allora sarà difficile risalire.
Ti stringo.
Gio
Buon pomeriggio.
Da qualche parte ho letto che Marco Travaglio ha lavorato praticamente in nero per ben quattro anni, scrivendo i reportage che poi qualcun altro firmava. Mah, ti auguro davvero che per te non sia così. Mio fratello è giornalista, e so quant’è dura la gavetta, soprattutto quando si ha tanta voglia di fare di mettere da parte un po’ di soldini.
smile :)
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