lunedì 21 aprile 2008

GIORNO 60: last week

ore 18:04 postazione: ANSA

Continua la mia fase di apatia anzi,
si acutizza sempre più con il passare dei giorni.

Eppure ora non posso fare a meno del conto alla rovescia: siamo a meno 7 ufficialmente, ma meno 4 in concreto, visto che venerdì prossimo è festa nazionale, ed io non "lavoro".

Le mie energie qua dentro sono esaurite,
me ne rendo conto,
e non serve che loro tentano di inserirmi, di rendermi partecipe, di affidarmi servizi anche di una certa importanza.
No, non serve a nulla, lo so.

Oggi alla pausa pranzo sono andata alla Feltrinelli di Galleria Colonna per consegnare il mio curriculum, ma mi hanno risposto che non li prendono più, e che devo inviarlo alla sede di Milano.
Così ho attuato il piano B e sono andata alla Mondadori, sita nella viuzza che collega l'Ansa a Fontana di Trevi. Lì la ragazza è stata molto gentile, ha preso il curriculum mettendolo in una cartellina e me lo ha anche spillato.
Non so perchè l'ho fatto,
a me non piacerebbe lavorare nè alla Feltrinelli nè alla Mondadori, nè in alcun altra libreria, a scapito forse del mio titolo di studi.

Il punto è che io voglio scrivere, scrivere, scrivere.
Ma non voglio farlo più come sport, bensì come lavoro, vale a dire che voglio essere pagata per farlo perchè io, fino a prova contraria, sto offrendo un servizio, che sia Ansa o C.L. poco conto, ed è giusto, E' GIUSTO', che mi smetti un tornaconto.
E c'era quel tale Marx, che parlava di teoria di plusvalore, e diceva che se tra prodotto iniziato e prodotto finito passano delle modifiche, beh quel qualcuno che si è reso responsabile di quelle "variazioni di stato" deve essere rimborsato. E quel qualcuno sono io.
Io devo essere rimborsata.
Perchè mi impegno cavolo,
perchè lavoro sette giorni su sette dalla mattina alla sera,
sabati e domeniche incluse,
ed i "brava", "complimenti", "scrivi molto bene", "ce l'hai nel sangue questo mestiere" non mi bastano più, anzi mi feriscono, e neanche potete immaginare quanto.

Sarebbe tutto più semplice se non mi sentissi portata per questo mestiere,
se fossi circondata da indifferenza nei miei confronti,
e che nessuno si pronunciasse mai sul mio operato.
Ma così non è, ed è questo che mi fa rabbia...

Ad un anno di distanza torno a rivivere la stessa scena:
qualcuno mi porge una caramella ed io allugo la mano per riceverla.
Ne è passato di tempo, di acqua sotto i ponti ed anche il mio status sociale, fino a prova contraria, è lievemente mutato.
Ma non è cambiata la mia testa,
sono stata in grado di ricadere nello stesso errore,
mandando a quel paese gli ammonimenti ricevuti, e confidando solamente in me stessa,
nella mia "pseudo-determinazione".
Già la "pseudo-determinazione", dove mi ha portato stavolta?
Da nessuna parte, anzi, mi ha lasciato più indietro rispetto al punto di partenza.



frase del giorno: BRAVA ROMINA, COMPLIMENTI

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non immagini quanto mi faccia rabbia tutto questo. Non hai più bisogno di consigli come di complimenti. Sei coscente delle tue potenzialità e meriti altre possibilità (cn retribuzione). Io prego per te.
Non ti demoralizzare perchè se anche tu smetti di fare i tuoi interessi, allora sarà difficile risalire.
Ti stringo.
Gio

Anonimo ha detto...

Buon pomeriggio.
Da qualche parte ho letto che Marco Travaglio ha lavorato praticamente in nero per ben quattro anni, scrivendo i reportage che poi qualcun altro firmava. Mah, ti auguro davvero che per te non sia così. Mio fratello è giornalista, e so quant’è dura la gavetta, soprattutto quando si ha tanta voglia di fare di mettere da parte un po’ di soldini.

smile :)